“DialogoNet” - Novembre 2020
1. Chi ha tenuto l’incontro?
2. Quale tematica è stata affrontata?
3. Quali sono gli aspetti legati alla quotidianità delle persone con disabilità visiva che ti hanno maggiormente colpita?
4. Quali sono gli aspetti legati alla sfera sociale ed emotiva delle persone con disabilità visiva che ti hanno maggiormente colpita?
5. Quali sono le emozioni che questa esperienza ti ha lasciato?
6. Quali insegnamenti ti ha lasciato nell’approccio con le persone con disabilità e, più in generale, con le persone con disabilità visiva?
7. Quali competenze ritieni di aver maturato nel corso di questa opportunità formativa?
8. Quali insegnamenti ti ha lasciato questo incontro (il messaggio)?
A. RELAZIONE SU INCONTRO DIALOGO NEL BUIO
Il giorno 5 Novembre abbiamo assistito a un incontro con la signora Elisabetta, la quale ci ha parlato del proprio lavoro, quotidianità e cecità. Ha frequentato una normale scuola elementare con l'aiuto di insegnanti di sostegno e di strumenti, utili per la sua cecità, che pian piano ha imparato a gestire e utilizzare; successivamente la scuola superiore e la laurea in scienze dell'educazione. Prima di lavorare presso la struttura "Dialogo nel buio", ha svolto la professione di educatrice in una scuola elementare, con la mansione di far svolgere ai bambini i propri compiti; ora è molto felice del suo ruolo all'interno dell'edificio perché vuole trasmettere a più persone possibili come si sentono, che cosa vedono, come vivono ecc. Durante la sua quotidianità, adopera diversi strumenti per avere un contatto con l'ambiente circostante:
1. Codice Braille, che consente loro di scrivere e leggere documenti, farmaci ecc.;
2. Seeing Ai, è un'applicazione che permette di riconoscere i propri amici, descrivere l'ambiente che li circonda, eseguire una scansione di codici per guidare l'utente e leggere testi;
3. VoiceOver, applicazione che legge all'utente ciò che viene toccato con il proprio dito;
4. Light Detector, applicazione che consente di capire se le luci di casa siano accese o spente;
5. Al computer, durante la riunione in meet, utilizzava una tastiera apposita, con il codice Braille, e delle cuffie con una voce al suo interno, che la aiutava a capire chi e cosa gli veniva scritto in chat oppure le leggeva chi entrava e chi usciva dalla chiamata;
6. Uno strumento che permette di sapere che colore è quel determinato vestito, maglione, se ha le perline oppure i brillantini.
7. Riguardo la sfera sociale, le persone con disabilità visiva riescono a percepire ciò che hanno intorno a loro attraverso l'utilizzo degli altri sensi, che a differenza dai nostri, li hanno più sviluppati; ad esempio, un giorno Elisabetta era sulla metro per andare a lavorare, per istinto ha messo una mano nel marsupio e ha sentito un'altra presenza sconosciuta dentro ad esso, era un uomo che voleva rubare le sue cose ma poi, accorgendosi di essere stato sgamato, è scappato a gambe levate. Questo evento mi ha suscitato diverse emozioni e sensazioni: tristezza, quando Elisabetta ha detto che se avesse la possibilità di vedere,come prima cosa avrebbe osservato il cielo stellato e avrebbe parlato ai suoi amici guardandoli negli occhi; divertimento, perché ci ha fatto fare un gioco, in cui una persona descriveva l'oggetto che toccava con la videocamera spenta e le altre dovevano capire di che oggetto si trattasse; felicità, perché la tecnologia sta avanzando e si sta sviluppando portando in commercio nuovi strumenti utili per persone con disabilità; empatia, non sul fatto della cecità, ma riguardo all'essere isolata e l'essere presa in giro da altre persone che la vedono come una sconosciuta, non umana.
8. Questa opportunità formativa mi ha insegnato a non badare solo all'aspetto esteriore ma anche all'aspetto interiore di una persona, non la si deve giudicare solo dalla copertina ma bisogna imparare a conoscerla e accettarla così com'è. Il messaggio che Elisabetta ha trasmesso è quello di non trattarli come se fossero alieni, non esseri umani e non trascurarli lasciandoli da parte ma coinvolgerli nelle diverse attività ed essere capaci di descrivere ciò che si osserva oppure che si fa.
B. FONDAZIONE ISTITUTO DEI CIECHI DI MILANO
Il 5 Novembre del 2020 abbiamo partecipato a un evento formativo tramite "Meet" per approfondire la tematica della disabilità visiva con la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano; l'incontro è stato tenuto dalla dott.ssa Elisabetta Corradin che ha appunto trattato della disabilità visiva, una tematica che la riguarda in prima persona, infatti per questo motivo penso sia stato più coinvolgente.
Durante le due ore dell'evento sono stata colpita da diversi aspetti: per quanto riguarda le difficoltà quotidiane delle persone con disabilità visiva ciò che mi ha stupita maggiormente sono stati gli ausili che possono essere utilizzati per facilitare le azioni giornaliere (ad esempio per scegliere i vestiti da indossare ci sono applicazioni apposite che possono descrivere quest'ultimi in modo dettagliato), invece riguardo la sfera sociale ciò che ha catturato la mia attenzione è stata l'importanza di accogliere e sensibilizzare riguardo a questi temi, considerando la diversità come un valore aggiunto che arricchisce non solamente il singolo individuo ma pure chi lo circonda.
Questa esperienza mi ha lasciato diverse emozioni infatti vedere la forza di volontà della nostra interlocutrice mi ha resa felice e piena di ammirazione nei suoi confronti, mentre invece ho provato dispiacere quando ci ha detto cosa ogni tanto le manca vedere, perché mi ha fatto capire quanto sono fortunata e l'importanza che devo dare alle cose, anche a quelle che possono risultare più banali.
Per quanto riguarda l'approccio con le persone con disabilità visiva ho imparato che è importante soffermarsi sulla descrizione (poiché è un allenamento anche per noi), aiutare per l'integrazione sociale e considerare come prima cosa che sono persone proprio come noi.
Grazie a questa opportunità formativa sono più informata riguardo a questo tema sia dal punto di vista del metodo di approccio sia per quanto riguarda gli ausili utilizzati.
In conclusione penso che il messaggio più rilevante di questo incontro sia l'importanza di sapersi mettere nei panni altrui e affiancare le persone in caso ne avessero bisogno, senza mai dare nulla per scontato.
C. INCONTRO PER APPROFONDIRE LA TEMATICA DELLA DISABILITA’ VISIVA
1) L’incontro è stato tenuto da Elisabetta Corradin.
2) E’ stata approfondita la tematica della disabilità visiva.
3) Della loro quotidianità mi ha colpita il fatto che per vestirsi utilizzino delle app le quali hanno dei comandi vocali che permettono loro di capire il colore dell’indumento, basta fare una foto all’indumento con l’app e automaticamente essa lo descrive; o l’utilizzo del cellulare programmato con dei comandi vocali per capire quanto scritto sui messaggi, utilizzano libri che gli permettono di capire quanto scritto grazie ad esempio a figure tridimensionali.
4) Delle loro capacità sociali ed emotive mi ha colpita il fatto che alle persone con disabilità visiva non pesi non aver un senso ma si concentrano sugli altri sensi che hanno, mi ha colpito il fatto che non vogliano essere trattati come eroi ma come persone normali a cui non manca un senso.
5) Questo incontro mi ha lasciato diverse emozioni, il fatto che le persone con disabilità visiva vivano la loro vita come se avessero anche la vista, in modo del tutto autonomo.
6) Mi ha insegnato a credere di più nelle mie capacità, a non arrendermi di fronte al primo ostacolo incontrato ma di insistere per raggiungere gli obbiettivi da me imposti, le persone con disabilità, in particolare disabilità visiva vivono la loro vita nel modo più normale possibile, senza sentirsi inferiori ad altri solo per la mancanza della vista.
7) Le competenze che questo incontro mi ha lasciato sono più sicurezza nell’approccio con le persone con disabilità visiva, sicurezza nel linguaggio e nei comportamenti, essere più sicura.
8) Il messaggio che mi ha lasciato questo incontro è quello di non fermarsi mai agli ostacoli che la vita potrebbe mettere davanti ma di cercare di superarli, credere sempre in me stessa e nelle potenzialità che ho.
D. RENDICONTAZIONE ATTIVITA’ PCTO
1. Ha tenuto l’incontro Elisabetta Corradin.
2. È stata affrontata la disabilità visiva.
3. Gli aspetti che mi hanno particolarmente colpita della loro quotidianità è la semplicità con la quale affrontano i loro problemi e le difficoltà che ogni giorno hanno, del loro adattamento nella società.
4. Gli aspetti legati alla sfera sociale ed emotiva delle persone con disabilità visiva ciò che mi hanno maggiormente colpita è quando la signora ha detto che preferisce che le persone la trattino come se non avesse la disabilità, cioè che preferisce piuttosto che le persone non lo notino che evidenziarlo continuamente.
5. Questa esperienza mi ha lasciato un’emozione davvero forte, perché l’energia e la positività che queste persone mettono per affrontare la vita è stata contagiosa, non si arrendono davanti a niente e questo mostra come anche noi, che non abbiamo questa disabilità, dobbiamo impegnarci per superare i problemi.
6. L’insegnamento principale che mi ha lasciato è stato l’approccio che bisogna avere con loro, ovvero, di non trattarle come persone diverse ma come persone normali, senza disabilità.
7. Ritengo di aver maturato una competenza di ascolto perché durante l’incontro la dottoressa ha parlato molto bene ed è stato davvero interessante poterla ascoltare.
8. Oltre alle informazioni aggiuntive che la dottoressa ci ha dato su questo argomento, il messaggio principale che mi è arrivato è quello di non lasciare mai perdere niente, cioè di non abbandonare le proprie idee o i propri obiettivi per un’incertezza o una problematicità, perché come ci insegnano loro è possibile affrontare tutto e superare ogni ostacolo con impegno e determinazione.
E. ATTIVITA’ PCTO - FONDAZIONE ISTITUTO DEI CIECHI
1. Elisabetta Corradin, una guida della fondazione dell’istituto dei ciechi.
2. L’argomento principale è stata la disabilità visiva e i disagi, problematiche e difficoltà che causa.
3. Mi ha colpita il modo in cui legge, la facilità con cui riesce a descrivere un oggetto nel dettaglio, la nostra guida ci ha spiegato anche il modo con cui le persone non vedenti riescano comunque a fare sport, magari grazie a una palla al cui interno sono presenti dei campanelli in modo che il suono e quindi la traiettoria del pallone siano percepite ed intuite dai giocatori. Tutte queste cose per me inizialmente erano impensabili. Anche il modo in cui, grazie a un comando vocale, la nostra guida utilizza gli strumenti tecnologici, ad oggi indispensabili.
4. Mi ha colpito il fatto che loro si ritengano totalmente uguali agli altri e che a volte, preferiscano che gli altri li trattino come se vedessero, ad esempio la guida ha raccontato di quando in chiesa, le hanno dato un foglietto che sarebbe stato da leggere durante la messa, una gaffe che però l’ha fatta sentire uguale agli altri.
5. Inizialmente ero distaccata, la guida raccontava situazioni a me totalmente estranee, con il passare delle ore invece mi sono sentita molto più vicina lei, capendo che siamo tutti molto simili e che ad oggi anche le persone non vedenti hanno molti strumenti per poter compiere azioni per noi totalmente basilari e semplici. Inoltre la nostra guida mi è sembrata una persona molto positiva e allegra, aperta alle nostre domande, anche quelle più insignificanti e a spiegarci la sua esperienza e situazione mettendoci totalmente a nostro agio.
6. Tralasciando gli aspetti tecnici, ad esempio, non spostare i mobili se si vive con una persona cieca, descrivere soltanto le situazioni circostanti che sono importanti ecc, ho capito di dovermi e potermi comportare con le persone non vedenti con un atteggiamento molto tranquillo, come se non avessero alcun tipo di disabilità e che ogni tanto frasi come “ci vediamo dopo” sono totalmente innocue e li faranno sentire come gli altri.
7. Penso di aver compreso di più sugli aspetti della vita quotidiana e sugli aspetti più tecnici di questa disabilità. Inoltre mi sento più sicura e a mio agio a dovermi relazionare con loro.
8. Sicuramente aver una disabilità visiva comporta delle limitazioni, ma non per questo la vita dev’essere brutta e vuota, la nostra guida infatti è una donna molto forte, che è riuscita a superare gli ostacoli che la vita le ha messo davanti nel modo migliore. Lei stessa ha detto “guardare le stelle è una cosa che non ho mai potuto fare e mi manca, ma sono contenta così”, questa frase mi ha fatto capire quanto sono fortunata a poter vedere il mare, gli occhi di mia mamma, la pioggia, un concerto, devo esserne grata e cominciare ad apprezzare le cose più piccole della vita, infatti ciò che per me magari è insignificante, per qualcun altro può essere molto importante.